La Chiesa di Ponte di Brenta: luogo sacro a noi caro

Un luogo non è mai solo un luogo, è anche un po’ di noi stessi perché, quasi senza saperlo, ce lo portiamo dentro. Ci sono luoghi densi di ricordi, legati ad esperienze particolari, e luoghi che mantengono viva la storia. È il caso della Chiesa di Ponte di Brenta (PD), luogo sacro del settecento padovano dedicato a S. Marco evangelista. È sorta in un punto strategico, presso un attraversamento del fiume Brenta sul quale nel 1191, fu eretto un ponte in pietra, proprio dove il corso d’acqua faceva un’ansa che fino all’ottocento lambiva ancora un lato dell’edificio religioso. La chiesa attuale è frutto di un rifacimento e ampliamento di quella romanica precedente, promosso dal parroco don Domenico Leonati, sacerdote padovano e Fondatore delle suore di S. Francesco di Sales o Salesie.1

Dell’antica chiesa sono state conservate l’abside, il coro e le due cappelle a metà dell’edificio, per il resto, nel 1747 fu allargata e allungata su progetto dell’architetto Domenico Brunello dal Tresto di Este. Furono riedificati la navata, l’atrio, il battistero e la facciata. Sembrano essere gli originali della chiesa quattrocentesca il portale ligneo, parte dell’abside e il campanile, forse risalente al 1437. Nel 1748 è stato aggiunto lo splendido atrio, con sopra la cantoria, l’organo, il battistero e la facciata. Il 12 novembre dello stesso anno la chiesa è stata consacrata dal Cardinale Carlo Rezzonico, vescovo di Padova.

L’interno barocco conserva interessanti opere d’arte: il soffitto dipinto da Giovan Battista Crosato (1748) con la gloria di S. Marco e altri episodi della vita del santo, gli stucchi del coro e dell’abside con angeli databili qualche decennio prima e la pala cinquecentesca di Giovanni Parrasio Michieli. Nel presbiterio ci sono due splendide statue rappresentanti san Marco e san Daniele, opera di Giovanni Bonazza (1715), e due tele di Jacopo Marieschi. Di grande rilievo è l’altare del Sacro Cuore in marmo di Carrara, capolavoro di Antonio Bonazza e l’altare maggiore, opera di ben 4 scultori. Lo splendido Tabernacolo è un prezioso lavoro di intarsio in marmo policromo, con gli strumenti della Passione che lo circondano. Stupenda è l’Ultima Cena. La chiesa custodisce opere di Pietro Damini e Giovanbattista Cromer e un organo Callido del 1788. La facciata di stile classico ha quattro pilastri (paraste) che s’innalzano su una cornice a sostegno della trabeazione; risalta il rilievo dei medaglioni, il timpano con un rosone al centro e le tre statue raffiguranti s. Marco, S. Rocco e S. Antonio attribuibili a Giovanni Bonazza. Il portale è quello della chiesa quattrocentesca, come prevedevano gli accordi: “… servirsi della porta vecchia tanto di quella di legno come la porta (=portale) di pietra, facendola però rassare.”2
“Per l’intelligente e amorosa ricostruzione della Parrocchiale di Ponte di Brenta, che tanto ricorda quella di Battaglia, Don Domenico Leonati ha chiamato gli artisti più validi del momento”.3
Anche nella chiesa di Battaglia, paese natio di don Domenico Leonati Fondatore delle suore di S. Francesco di Sales, sono stati fatti lavori di ampliamento. E’  stata innalzata, allargata e allungata fino sul ciglio della strada.4 Per essa vi contribuirono pure i fratelli Francesco e Giovanni Borgo, parenti di don Domenico Leonati, come ricorda un’iscrizione in sacrestia. Di questa chiesa mancano documenti riguardanti l’architetto e gli artisti che l’hanno abbellita; le uniche fonti sono le relazioni delle Visite pastorali che ci danno notizie molto scarse e frammentarie. Lo stile è di gusto barocco del primo Settecento. Il bellissimo tabernacolo policromo che richiama quello di Ponte di Brenta. E’ a forma di tempietto ottagonale con due vani per il S.mo Sacramento. La sezione centrale del tamburo raffigura la Cena in Emmaus mentre nei fianchi vi sono dei vasi di fiori a tarsia.

A Ponte di Brenta Don Domenico Leonati ha istituito l’Adorazione quotidiana del SS.mo prima della consacrazione della chiesa. In occasione della consacrazione della Chiesa, 12 novembre 1747, sono state murate due lapidi nell’atrio: quella di sinistra entrando in chiesa ricorda la consacrazione e quella di destra ricorda «l’adorazione di tutte l’ore del giorno»5, iniziativa straordinaria, se non unica, del parroco don Domenico, che dimostra la profonda, personale devozione all’Eucaristia e l’educazione alla pietà eucaristica impartita al suo popolo.6
Nel 1748 il cardinale Rezzonico in Visita Pastorale a Battaglia, trovando la chiesa sufficientemente ampia, tenuta con cura, sollecitudine e splendidamente addobbata, la consacrò. A ricordo, sul pilastro sinistro del presbiterio, fu murata una lastra di marmo bianco con la seguente iscrizione: Anno Domini MDCCXLVIII – XII cal. Augusti templum hoc Apostolo Jacopo dicat. Carolus card. Rezzonico Ep. Pat. sacravit Dominica VII post Pentecost. Quotannis pro anniv. die constituta-Cuius rei in memoria ut extaret Baptaleenses PP: = L’anno del Signore 1748 il 21 luglio il cardinale Carlo Rezzonico vescovo di Padova consacrò questo tempio dedicato all’apostolo Giacomo fissando l’anniversario annuale nella domenica VII dopo Pentecoste. Perché restasse memoria del fatto i Battgliensi posero.
Dal lato opposto, come a Ponte di Brenta, c’è un’altra lapide di marmo bianco con incisa la seguente iscrizione: A.D. MDCCXLVIII ut cultus qui venerabili Eucharistiae / Sacramento / singulis diurnis horis / in praesens defertur / in omne futurum tempus adhibeatur. M.P. = Anno del Signore 1748. Perché il culto che al presente si è tributato al Venerabile Sacramento dell’Eucaristia nelle singole ore di ogni giorno si protragga per sempre in futuro, il Massaro della Confraternita del Ss.mo pose.
In tutte e due le chiese si faceva l’Adorazione Perpetua diurna dall’alba al tramonto c’erano persone che si susseguivano nelle diverse ore della giornata in adorazione del Ss.mo. Questo fa risaltare come la straordinaria pietà eucaristica di don Domenico Leonati abbia finito per contagiare anche Battaglia.
Da poche settimane si sono conclusi i lavori di pulitura e di restauro della facciata della chiesa di Ponte di Brenta che ora appare in tutta la sua eleganza. Oltre ad essere uno splendido edificio, è un luogo assai caro per noi Salesie perché ci porta al tempo in cui don Domenico era parroco in questo paese (1737-1751).
Ha amato immensamente il decoro della Casa di Dio ricostruendone il Tempio e ha dato origine alla nostra Congregazione. Tutto lì ci parla di lui, sacerdote amante del bello che ci ha trasmesso la passione educativa per costruire il bello anche nelle creature.
A Battaglia i lavori di ampliamento sono stati ultimati nel 1703, anno in cui è nato don Domenico, quindi il nostro Fondatore è stato sicuramente uno dei primi battezzati nell’edificio rimesso a nuovo.

1 Sac. Guido Beltrame, Don Domenico Leonati Fondatore delle Salesie, pp. 18-19.
2 Si veda: http://www.parrocchiapontedibrenta.it/la-terza-chiesa.html
3 Sac. Guido Beltrame, Don Domenico Leonati Fondatore delle Salesie, p. 38-39
4 sac. Guido Beltrame, La parrocchia di S. Giacomo e il paese di Battaglia, Parrocchia di S. Giacomo, 1997, pp. 25-29
Si veda: https://battagliatermestoria.altervista.org/terza-e-quarta-chiesa-di-battaglia/
5 APPB – Cronicon, p. 149
6 Sac. Guido Beltrame, Don Domenico Leonati Fondatore delle Salesie, pp. 43-44.