Ponte di Brenta

Ponte di Brenta prende il nome dal ponte costruito sul Brenta.
Quella di cui parliamo era una zona boschiva in mezzo alla quale passava il Brenta.
Il territorio, dopo la caduta dell’impero romano e l’avvento delle invasioni barbariche, venne abbandonato ed è diventato una selva.
La costruzione del ponte avvenuta nel 1191 ha favorito L’attività delle famiglie di contadini che lavoravano per conto dei proprietari terrieri, ha contribuito a modificare il territorio.
L’incremento della popolazione ha portato all’esigenza della costruzione della prima chiesa che, probabile, risale a questo periodo ed era intitolata a S. Marco.
Nei primi decenni del 1300, attiguo alla chiesa Ponte di Brenta, c’era anche un ospizio intitolato a San Daniele. Era sorto per dare ospitalità ai viandanti, pellegrini e ammalati.
All’inizio del quattrocento la chiesa, divenuta insufficiente per la popolazione, ha subito una prima ricostruzione. Una seconda ristrutturazione verrà effettuata nel 1749 dal parroco don Domenico Leonati che arricchirà l’edificio di preziose opere d’arte.
Ponte di Brenta è sempre stata luogo di villeggiatura da parte di famiglie nobili di Padova e di Venezia. Una ventina di queste famiglie avevano la villa nel paese, con annesso un oratorio privato o semipubblico. Le famiglie ricche provvedevano al mantenimento di un sacerdote che prestava il servizio religioso nell’oratorio e si occupava anche dell’istruzione dei loro figli. Erano gli “abati cappellani” che godevano d’uno stipendio più che sufficiente e sicuro. Purtroppo, spesso non davano il buon esempio richiesto dal loro stato.
«Provenivano da paesi fuori diocesi, vagavano alla ricerca dei benefici più vantaggiosi. Avevano una formazione teologica e sacerdotale molto scarsa, indossavano vestiti borghesi anche quando celebravano, amavano la buona mensa, il gioco e la caccia ….» 1

Queste chiesuole sparse per il paese, erano molto dispersive per la vita comunitaria della parrocchia. I fedeli, per comodità, frequentavano gli oratori e si estraniavano dalla parrocchia che era l’unico posto dove c’era l’insegnamento del catechismo. Il Vescovo stesso si lamentava di questo.
Sarà don Domenico Leonati a porvi rimedio prendendosi a cuore la gioventù e avviando diverse iniziative che favorivano un’educazione profonda, religiosa e morale della gente.
A Ponte di Brenta, nel 1963, è stata dedicata una via a don Domenico Leonati (1703-1793), che ha retto la parrocchia per quasi quindici anni.

    1. Dal Cronicum