Madre Pasqua Sandrini nasce a Venezia il 24 giugno 1762 e muore a Padova il 24 febbraio 1849.
È la Restauratrice, dopo la soppressione napoleonica, del Conservatorio delle Vergini di Vanzo, futura Congregazione delle Suore di S. Francesco di Sales, o Salesie.
Figlia di Giovanni Battista e Antonia Arvialli, trascorre i primi anni di vita con i genitori che lavoravano nel palazzo della famiglia Pisani Moretta, la cui maestosa residenza si affaccia sul Canal Grande (VE). Qui la nobildonna Chiara inserisce a sue spese Pasqua Sandrini nel Tornata in famiglia, ci rimane per un breve periodo.
A 15 anni ritorna a Padova ed entra nel Conservatorio delle Vergini di Vanzo dove alcune educatrici vivono in fraternità e si dedicano gratuitamente all’educazione di fanciulle povere.
È accolta da Madre Teresa Leonati, nipote di don Domenico Leonati Fondatore del Conservatorio. A 17 anni, nel 1779, diviene istruttrice di un gruppo di fanciulle e «per lungo volgere di anni, seppe reggere con maestra mano, un drappello di donzelle e far gustare a molte famiglie i frutti di una saggia educazione cristiana». 1
La soppressione napoleonica (1810), determina la chiusura del Conservatorio e la dispersione della comunità. Quattordici Vergini di Vanzo, se pur forzatamente, ritornano allo stato laico, altre si rifugiano nella comunità di Ponte del Ravano (VE). Pasqua Sandrini, con diciassette Vergini di Vanzo e 31 fanciulle prive di famiglia, si ritira un po’ clandestinamente in un angusto locale preso in affitto nell’ ex monastero di S. Pietro (PD) dove rimane per circa tre anni.
Cessata la burrasca, la Sandrini si adopera per il ripristino del Conservatorio e non potendo tornare nell’ambiente umido e malsano del Vanzo, prende in affitto una parte dell’ex Collegio dei Somaschi a Borgo di Santa Croce. Solo nel 1824 otterrà dall’Imperatore Francesco I la facoltà di poter vestire Il consueto abito delle Vergini di Vanzo e vedere riconosciuta l’Opera. Qui, «da responsabile instancabile, segue le numerose fanciulle, soccorre le consorelle inferme e quelle che non possono unirsi alla comunità ripristinata.
Dotata di una incrollabile fede nella Provvidenza, rimane spesso in preghiera dinnanzi all’immagine della Madonna o di Gesù sacramentato. Sovente ottiene soccorso improvviso e inopinato, tanto che il Vescovo di Padova mons. Farina ebbe a dire di lei: “Questa donna ha un solo peccato: confida tutto nella Provvidenza”.
È dotata di grande zelo, di pazienza e costanza. In comunità è zelante, previdente, paziente e caritatevole. Non manca di esortare alla semplicità, alla preghiera, alla devozione alla Beata Vergine e a Gesù sacramentato. Al suo occhio vigile non sfugge».2
Logorata dalle fatiche, dagli anni e da una salute malferma, Madre Pasqua Sandrini cade inferma per quindici lunghi mesi. Dal suo letto continua a seguire la famiglia religiosa e le fanciulle con invidiabile serenità e con grande cuore.
Nel lungo periodo di infermità «non la s’udì mai prorompere in atto d’impazienza, di affanno, di dolore, ma sempre rassegnata, tranquilla, lieta, sollecita soltanto dell’altrui bene, e dimentica internamente di se medesima, accolse ognora tutti con pazienza e benignità, a tutti donò consiglio e conforto e su tutti suscitava ammirazione e amore».
Alle 9 del mattino del 24 febbraio 1849 si spense «tutta assorta in Dio, con lo sguardo fisso alla sacra immagine del Redentore e di Maria tra le preghiere dei sacerdoti e le lacrime delle sue figlie da lei benedette fino all’estremo istante. Monsignor Vescovo, allontanadosi dal suo letto ripetè più volte: “Questa è una santa” 3.
Alle sue Figlie lascia la passione educativa permeata di valori evangelici, la premura verso le fanciulle più povere e bisognose, l’amore ardente a Gesù Eucaristia e alla vergine Maria, la fiducia nella Provvidenza, la semplicità, l’umiltà, la gioia, la sobrietà di vita e la totale donazione di sé.
A lei la nostra grande riconoscenza per aver saputo mantenere gelosamente inalterate le Regole e lo spirito del Fondatore don Domenico Leonati.
La sede dove Madre Pasqua Sandrini ha trasferito la prima comunità dopo il ripristino, è la Casa madre delle Suore di S. Francesco di Sales o Salesie.