12 Ott Ricordi missionari – Luglio 1937
Sembrava un sogno quando nella nostra Congregazione si incominciò a pensare alle missioni. Eppure tra ipotesi, dubbi, incertezze e preoccupazioni, questo sogno andava sempre più concretizzandosi. Nell’estate del 1936, per la prima volta, la Madre Generale invitò le Suore che desideravano andare in missione a esprimere il loro desiderio. I giorni passavano e i Superiori ottennero come risposta un assordante silenzio fino a buona parte del mese di ottobre. Era il silenzio di tante sorelle che nella preghiera assidua si ponevano davanti al Signore per cercare d’intuire la Sua volontà e attingere forza per porsi nell’atteggiamento di un dono totale pieno di fiducia in Lui e di abbandono nelle Sue mani.
Ed eccola finalmente la risposta di tante Suore che, prese dall’entusiasmo missionario, danno la loro adesione rischiarando l’atmosfera della Congregazione. L’idea delle Missioni stava diventando realtà! La meta da raggiungere era l’Africa e precisamente I’Etiopia. Le missionarie sarebbero state destinate al Vicariato di Harar. Seguirono altri mesi, silenzio fino alla primavera del 1937. Le Sorelle prescelte furono avvertite per i preparativi. Serpeggiavano ovunque entusiasmo, meraviglia e incredulità. Si trattava soltanto di aspettare che i tempi fossero maturi. Finalmente arrivò il 14 luglio 1937, giorno della partenza segnato da profonde emozioni, da entusiasmo e lacrime. Il drappello era formato da 16 Suore. Tra loro c’era anche la Beata Liduina Meneguzzi, la sola il cui addio equivaleva a un arrivederci in cielo. Dal porto di Venezia la nave “Carnaro” levò le ancore sull’imbrunire e le mani di tutte mandavano gli ultimi saluti alla ai Superiori, alle Consorelle, ai parenti e alla patria. Quando la nave cominciò ad allontanarsi, le inesperte naviganti, con gli occhi imperlati di lacrime, intonarono il “Te Deum”. Il loro sogno si stava concretizzando e rendevano grazie a Dio autore di ogni bene. Raggiunsero la meta il 30 luglio. Furono ricevute dai Padri Cappuccini dai quali ebbero sempre un grande aiuto. Pochi giorni dopo le Suore, in gruppi di tre o quattro, andarono in tre Missioni nell’interno. Sei Suore rimasero nella Missione di Dire-Daua con i compiti dell’assistenza ospedaliera, dell’insegnamento scolastico e della cura ai bambini indigeni abbandonati. Suor Liduina con un’altra Consorella fu destinata a prestare la sua opera caritativa nell’Ospedale Parini dove c’erano italiani, Francesi, Armeni, Greci, Arabi ecc. È qui che suor Liduina darà prova di grande coraggio e di una straordinaria capacità di dono.
Da allora tante Sorelle e giovani Salesie angolane che hanno abbracciato il carisma di don Domenico Leonati, continuano a diffondere il Vangelo.
Adattamento dell’articolo: Ricordi missionari, in «Squilla salesia», N° 1, 4° trimestre, 1963 p. 9