
30 Mar Testimoni della bellezza di Dio
Porta questo titolo la lettera inviata ai consacrati dal Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e la Società di Vita Apostolica il Cardinale João Braz de Aviz, nell’occasione del 25° anniversario dell’Esortazione Apostolica Vita consecrata di Giovanni Paolo II. L’Esortazione è stata pubblicata il 25 marzo 1996, in un tempo di grande incertezza, in una società liquida, dalle identità confuse e deboli. Anche questo nostro tempo è drammatico. La pandemia ha gettato un velo di sofferenza e povertà ovunque. Proprio in questo tempo i consacrati e le consacrate sono interpellati in prima persona a risvegliare in tutti il senso della speranza – scrive il Cardinale. La vita consacrata è legame misterioso e concreto tra contemplazione e azione, tra bellezza sublime da contemplare e povertà dolorose da servire. La salvezza passa attraverso la vita di chi si fa carico dell’altro regalando ogni giorno misericordia e compassione. Nel nostro donarci possiamo constatare che “le nostre mani non sono vuote, ma piene della grazia di Dio”, ci ricorda Papa Francesco (Omelia, 1febbraio 2019). La grazia che “ci è stata data in Cristo Gesù, perché in Lui siamo stati arricchiti di tutti i doni”. (cf 1 Cor 1,4) In un mondo che rischia di cadere in una inquietante bruttezza -scrive il Cardinale – siamo chiamati a risvegliare in noi stessi, ma soprattutto negli uomini e nelle donne del nostro tempo, l’attrazione per ciò che è bello e vero. I consacrati e le consacrate sono interpellati in prima persona a essere, oggi, “testimoni di bellezza” e di fraternità perché bello è il volto che annunciamo, bello è stare insieme nel suo nome, lavorare insieme, pregare e cantare le lodi dell’Altissimo; bello è il nostro essere vergini per amare col cuore suo, il nostro esser poveri per dire che è Lui l’unico tesoro, il nostro obbedire alla sua volontà di salvezza, bello è avere un cuore libero di accogliere il dolore di chi soffre per manifestargli la com-passione dell’Eterno”. La relazione con Dio porta ad avere in sé i sentimenti di Cristo. Di questo è impregnata la nostra spiritualità salesia che ci conduce a vivere la presenza di Dio nel quotidiano e ad assume i Suoi sentimenti attraverso la devozione al cuore sacratissimo di Gesù. Se Dio è bello e il Signore Gesù è il più bello tra i figli dell’uomo – scrive ancora il Cardinale – allora è bello essere consacrati a Lui».